Santi - About a good man

 



(TESTO ENG, ITA, ESP)

Santi è entrato nella mia vita che ero piccolissima.

Ha sposato la sorella di mio padre, quindi è diventato mio ZIO. 

Non ricordo esattamente quando ci siamo visti la prima volta, che ci siamo detti o come, ma ricordo che da bambina avevo un po' paura di questo omone alto, barbuto, spinoso, che mi fissava con sguardo severo e mi rimproverava sempre! Ci ho messo anni a capire che non erano rimproveri, i suoi, ma il modo ironico di scherzare di una persona timidissima, introversa e gentile. L'ho capito tardi, quando già lui abitava su, nel profondo nord, con la famiglia. Perché Santi è uno dei tanti siciliani che hanno lasciato la propria terra per realizzarsi fuori e lui lo ha fatto in Friuli, in un tempo in cui ancora i meridionali erano guardati male, con sospetto e a volte con derisione. Si è costruito con gran sacrificio e amore una casetta accanto al fiume Tagliamento e ha scelto quell'angolo di mondo per vivere il suo "mestiere" di medico radiologo, di marito, di padre e di amico di tanta gente.

Non parlava molto, mio zio, e io sono una che non parla volentieri. Le nostre conversazioni telefoniche erano comicissime:

- Ciao, come stai?

- Bene

- La zia?

- A posto

- E tu che mi dici?

- Eh!

- Buon compleanno

- Grazie

Che cosa può lasciare, in eredità spirituale, un uomo che non parla a una persona che non ama parlare? Me lo sono sempre chiesto. Eppure oggi so che mio zio mi ha lasciato molto.

E' grazie a lui che ho fatto i miei primi e unici viaggi all'estero. Si saltava in macchina e ... via, senza meta! Nel vero senso della parola.

- Ma dove andiamo zio?

- Lo vedrete. Intanto andiamo.

- Sì, ma è lontano?

- No, no ...

E ti ritrovavi come niente in Austria, in cima alle Dolomiti, a mangiare chewapshich in Croazia, o al lago Bled in Slovenia.

Mi ha lasciato quei viaggi sotto il sole della "bassa" pianura friulana con le canzoni di De André nell'autoradio. Mi ha lasciato quei detti divertentissimi tipo "Sei proprio una vergogna nazionale!". E ancora oggi che sono grandicella mi guardo allo specchio e lo sento chiamarmi:

- Uè, tu, ciùppini!

Mai saputo cosa volesse dire ... ma mi piaceva un sacco!

Mi ha lasciato gli sguardi innamorati che lanciava a sua moglie, quelli fieri e orgogliosi quando guardava i figli. Mi ha anche lasciato (ed è stato pioniere in questo!!) la cultura del cibo a chilometro zero ... perché quando veniva in Sicilia se ne tornava al nord carico di caciotte, salsicce, origano, pepe locale che "certi gusti là sopra non sono gli stessi che ci sono qua". E così ho imparato ad apprezzare i sapori della mia terra.

Il destino e la malattia se lo sono portati via troppo presto. E anche se sapevamo un po' tutti che sarebbe successo, non eravamo pronti a uno strappo così improvviso e arrabbiato.

Io non sono andata ai funerali. Perché ho paura dell'aereo, perché ho paura del dolore degli altri e perché volevo conservare un ricordo "vivo" di lui. Infatti ora faccio fatica a pensarlo defunto ...

Moltissimi uomini  e artisti importanti, dal geografo arabo Idriss, a Federico II, a Goethe, a Wagner hanno sempre detto che "la Sicilia è un Paradiso". E lo è davvero. E dato che le persone buone e oneste vanno in paradiso, io sono convinta che lo zio Santi è semplicemente tornato a casa, è tornato in Sicilia. E se non lo vedo ... è perché è salito un attimo sull'Etna a guardare un'eruzione da vicino, o è alla Pescheria di Catania ad ammirare le oparedde fresche sul bancone sotto la fontana di "acqua a linzolu", oppure è al lago di Cesarò (come nella foto sopra) o forse a fare un giro in barca lungo la costa sabbiosa del mare del Commissario Montalbano, giù a Portopalo di Capo Passero. E' per questo che non c'è ... solo per questo. Perché sta girando tutto allegro per il suo paradiso.

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Santi entered my life when I was very young.

He married my father's sister, so he became my UNCLE.

I don't remember exactly when we met for the first time, what we said to each other or how, but I remember that as a child I was a little afraid of this tall, bearded, prickly man, who stared at me with a severe look and always scolded me! It took me years to understand that they weren't reproaches from him, but the ironic way of joking of a very shy, quiet and kind person. I understood it late, when he had already gone away, in the far north Italy, with his family. Because Santi is one of the many Sicilians who left their homeland to find fulfillment outside and he did it in region Friuli, at a time when southerners were still looked at badly, with suspicion and sometimes with derision. With great sacrifice and love, he built a small house next to the Tagliamento river and chose that corner of the world to live his "medical mission" as a radiologist, his normal life as a husband, as a father and as a friend to many people.

He didn't talk much, my uncle, and I'm someone who doesn't like to talk. Our telephone conversations were very comical:

- Hey, how are you?

- Well, fine.

- How's aunt?

- Okay

- So... what's up?

- Eh!

- Happy birthday!

- Thank you


What can a man, who doesn't like to speak, leave as a spiritual legacy to a person who doesn't like to speak? I've always wondered that. Yet today I know that my uncle left me a lot.

It is thanks to him that I made my first and only trips abroad. He jumped into the car and... off he went, aimlessly! In the true sense of the word.

- Where are we going uncle?

- You'll see. Meanwhile, we go.

-Yes, but is it far away?

- Nope ...

And you found yourself like nothing in Austria, at the top of the Dolomites, eating chewapshich in Croatia, or at Lake Bled in Slovenia.

He left me those trips under the sun of the "lower" Friulian plains with De André's songs on the car radio. He left me those very funny sayings like "Come on, you national shame!". And even today, as an adult, I look in the mirror and hear him calling me:

- Hey, you, ciùppini!

Never knew what that meant...but I liked it a lot!

He left me the memory of the loving looks that he gave to his wife, the proud ones when he looked at his children. He also left me (and he was a pioneer in this!!) the culture of zero-kilometer food quality... because when he came to Sicily he returned to the north loaded with caciotta cheese, sausages, oregano, local pepper and all those "certain tastes that...no... they're not the same up there." And so I learned to appreciate the flavors of my land.

Fate and illness took him away too soon. And even though we all knew it was going to happen, we weren't ready for such a sudden and angry outburst.

I didn't go to the funeral. Because I'm afraid of the airplane, because I'm afraid of other people's pain and because I wanted to keep a "living" memory of him. In fact, now I find it hard to think of him as dead...

Many important men and artists, from the Arab geographer Idriss, to Frederick II, to Goethe, to Wagner have always said that "Sicily is a Paradise". And it really is. And since good and honest people go to heaven, I am convinced that uncle Santi has simply returned home, he has returned to Sicily. And if I don't see him... it's because he went up to Mount Etna for a moment, to just watch an eruption up close, or he's at the fish market in Catania admiring the fresh "oparedde" on the counter under the "acqua a linzolu" fountain, or he's at Lake Cesarò (as in the photo above). Or perhaps he's on a boat ride, sailing along the sandy coast of the Inspector Montalbano's sea places, down in Portopalo di Capo Passero. That's why he's not there... only for this reason. Because he's wandering around happily in his paradise.

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Santi entró en mi vida cuando yo era muy joven.

Se casó con la hermana de mi padre, por lo que se convirtió en mi TÍO.

No recuerdo exactamente cuándo nos conocimos por primera vez, qué nos dijimos ni cómo, pero recuerdo que cuando era niña tenía un poco de miedo de este hombre alto, barbudo y espinoso, que me miraba fijamente con una mirada severa y siempre me regañó! Me tomó años entender que no eran reproches por su parte, sino la manera irónica de bromear de una persona muy tímida, tranquila y amable.

Mi tío no hablaba mucho, y yo soy una persona a la que no le gusta hablar. Nuestras conversaciones telefónicas fueron muy cómicas:

- ¿Hola, qué tal?

- Pues bien.

- ¿Cómo está tía?

- Bueno

- ¿Entonces que hay de nuevo?

- ¡Eh!

- ¡Feliz cumpleaños!

- Gracias


¿Qué puede dejar como legado espiritual un hombre al que no le gusta hablar a una persona a la que no le gusta hablar? Siempre me he preguntado eso. Sin embargo, hoy sé que mi tío me dejó mucho.


Gracias a él hice mis primeros y únicos viajes al extranjero. Saltó al coche y... vamos! En el verdadero sentido de la palabra.

- ¿A dónde vamos tío?

- Verás. Mientras tanto, nos vamos.

-Sí, pero ¿está lejos?

- No ...

Y te encontrabas como si nada en Austria, en la cima de los Dolomitas, comiendo chewapschich en Croacia o en el lago Bled en Eslovenia.

Me dejó el recuerdo de las miradas amorosas que le daba a su esposa, las orgullosas cuando miraba a sus hijos. También me dejó (¡¡y fue pionero en esto!!) la cultura de la calidad alimentaria del kilómetro cero... porque cuando vino a Sicilia volvió al norte cargado de queso caciotta, salchichas, orégano, pimiento local y todo esos "ciertos gustos que... no... allá arriba no son iguales". Y así aprendí a apreciar los sabores de mi tierra.

El destino y la enfermedad se lo llevaron demasiado pronto. Y aunque todos sabíamos que iba a suceder, no estábamos preparados para un estallido de ira tan repentino.

Pero siempre me resulta difícil pensar en él como muerto...

Hombres y artistas importantes, desde el geógrafo árabe Idriss hasta Federico II, pasando por Goethe y Wagner, siempre han dicho que "Sicilia es un paraíso". Y realmente lo es. Y como la gente buena y honesta va al cielo, estoy convencido de que el tío Santi simplemente ha vuelto a casa, ha vuelto a Sicilia. Y si no lo veo... es porque subió un momento al Etna, para ver de cerca una erupción, o está en el mercado de pescado de Catania admirando las "oparedde" frescas en el mostrador debajo de la fuente "acqua a linzolu", o está en el lago Cesarò (como en la foto de arriba). O tal vez esté en barco, navegando por la costa arenosa de los lugares marítimos del inspector Montalbano, en Portopalo di Capo Passero. Por eso no está ahí... sólo por esta razón. Porque se marcha, felizmente, por su paraíso.

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