I RACCONTI DEL CALENDARIO - gennaio

 


ITA ONLY

Mi hanno regalato un calendario troppo carino. Che non ha trovato posto su un muro già troppo pieno di cose ammassate. Ha trovato spazio, però, nella mia fantasia.... scatenando una serie di racconti, uno per ogni mese. Ogni racconto richiama una storia, un romanzo, una serie che ho scritto in passato... o forse richiama ciò che scriverò in futuro ... oppure sarà solo un racconto fuggente di un momento. Ma vediamo che verrà fuori, tra dodici mesi. Intanto iniziamo con:


GENNAIO  

- Che t’aspetti? 
- Mi aspetto … 
- Cosa? 
- Mi aspetto di scoprirti. 
Lei si aspetta questo, dalla nostra storia appena nata. Di scoprire tutto quello che ancora non le ho detto, di me. La nostra è una storia nata da un’amicizia … dicono sia il modo migliore di iniziare un amore, soprattutto se hai vent’anni. Anzi, come noi, diciannove e diciotto. Io non mi ricordo più quando l’amicizia è diventata amore. Forse lo è sempre stata, in realtà. 

Mi chiamo Federico. Sono nato a Trapani da una mamma diciannovenne in fuga da Catania. Fuggiva dai ricordi che le facevano male, dal mio padre biologico che voleva farla abortire, dai parenti che si vergognavano di lei, da tutto ciò che pensava di dover diventare e che veniva rimesso in gioco. Mi chiamo Federico Valenti Jelassi. Valenti, come mia madre. Jelassi come Ahmed Jelassi, il marito tunisino di mia madre che, da quando avevo nove anni, chiamo “papà”. Continuo a domandarmi come sia possibile che l’uomo che mi ha generato abbia desiderato la mia morte, prima ancora che nascessi, mentre questo straniero mi abbia voluto talmente tanto nella sua vita da adottarmi legalmente – appena ottenuta la cittadinanza italiana – come figlio suo! Il mondo è sottosopra. 

Sono cresciuto libero e pieno di felicità, qui nella estrema punta occidentale della Sicilia, insieme alle mie piccole sorelle Fatima e Yasmine, il regalo più bello che Ahmed abbia fatto a mia madre e a me. Non mi mancava niente. Tranne forse una cosa … un’esperienza. L’esperienza che giustificasse lo strano “potere” che ho nelle mani e che mi permette di “sentire” la forza della terra. Quella forza, qui, non era abbastanza. Perciò, quando ho scelto l’università da frequentare, ho deciso ad occhi chiusi la Facoltà di Geologia di Catania. Dovevo assolutamente tornare a Catania. E non solo perché qui c’è questo magnifico vulcano che è l’Etna … fonte di stimoli e di “vibrazioni” incessanti… ma anche perché qui ci sono le mie radici. E il mio vero padre. Che lo odio, sì, lo odio da matti! Ma è sempre il mio vero padre e mi incuriosisce. E vorrei scoprirlo. 

Ed è stato qui, a Catania, ai piedi dell’Etna che ho conosciuto lei. È la figlia minore della famiglia che mi ha affittato l’alloggio dove vivo, durante il mio periodo di studio catanese. È la sorella del ragazzo che, travolgendomi con la sua simpatia folle, è diventato, qui, il mio migliore amico. E anche lei è amica mia. O così credevo. Perché invece lei è molto di più. 
 - Non so se ti conviene “scoprirmi” veramente – le contesto, timidamente, quasi sottovoce. 
- Non posso essere completamente coinvolta se non ti capisco. E non posso capirti se non scopro ogni angolo di te. – mi risponde, con quegli occhi nerissimi che specchiano l’anima. Adoro come gioca con i suoi capelli ricci. Adoro come si acciglia mentre aspetta la mia risposta, temendo che io mi offenda. Fuori dalla finestra, l’Etna è completamente coperto di neve. La sua cima fumante brilla di un bianco abbagliante. La neve è caduta, fioccando, anche su casa nostra … be’, casa di lei in realtà, dove io occupo due stanze nel sottotetto. Stamattina però si è già sciolta. Il freddo intenso di gennaio comunque è rimasto e stasera potrebbe nevicare di nuovo. 
- E tu? Che ti aspetti da questa storia? – mi domanda poi lei, a sorpresa, precedendo la mia replica e riportando il gioco dalla sua parte. 
- Io mi aspetto di viverla – rispondo quasi d’istinto. E davvero non chiedo altro.

(LIBERAMENTE ISPIRATO DA: "LE VIBRAZIONI VULCANICHE" - che ho iniziato a scrivere nel 2019)

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